Non l’ho sentito, ma immagino che il bleso a capo del PD abbia sibilato: sono soddisfatto della possibilità che Rousseau ha dato alla democrazia aprendo il Movimento alle alleanze territoriali. E sono contento (così avrebbe detto, contenendo il numero delle esse sibilanti) di poter decidere come pare a me il significato di alleanza.
Dopo l’equivoco del 4 marzo e il volontario esilio del collega Renzi – che avevano impedito il governo al PD coi numeri e la strategia – il partito di Zingaretti si era sentito una banda segregata e raccogliticcia senza programma né prospettive. Il suo sistema mediatico, ovvero gli amici che curavano il successo delle sue candidature e che godevano dei suoi favori, era un cane alla catena che continuava ad abbaiare senza poter impedire che fossero realizzate la legge spazzacorrotti, il decreto dignità, il reddito e pensione di cittadinanza etc. Quando fu scelto il nuovo segretario, tutti applaudirono la fine della disastrosa gestione renziana.
Ma un Matteo era peggio dell’altro. E anche il governo giallo-verde ebbe termine. Finì l’esilio piddino dal governo e dalle possibilità di fare politica. Allora l’ineffabile Zinga, che ci aveva bombardato gli zibidei assieme a Salvini con la questione degli sbarchi, cominciò a congetturare. Cominciò, dopo aver assottigliato le file dei 5 stelle con la polarizzazione dello scontro destra/sinistra, a menare in aria parole. La prima di queste fu “alleanza”. Che seguì immediatamente il rifiuto di concordare un programma di governo col Movimento. Niente contratto.
E già! Lui, il Zinga, pretendeva non una generica alleanza programmatica, ma un’alleanza di area, una fusione di due forze politiche in una, in cui quella grande il doppio confluisse nelle ragioni e nelle prospettive di quella grande la metà. Intanto il governo fu composto come tra forze di pari dignità e perciò con pari ministeri. Tuttavia, il lamento che si alzava dalla sinistra dello schieramento fu quello di un governo senz’anima. Noi sapevamo che cosa voleva dire, ma nessuno degli amici al soldo spiegava bene il quid di quel pianto.
Sicché, dopo l’alleanza e il governo con “l’anima”, adesso l’ineffabile vuole la coalizione anche sui territori. Et voilà! Detto fatto. La base del Movimento approva le alleanze alle regioni e ai comuni. Ma ecco che il bleso pone l’eccezione. Va bene dappertutto, salvo che a Roma. Non sosterremo mai la Raggi. Sono stati 5 anni drammatici. Ah sì? E drammatici per chi Zinga? Forse per il partito del mattone tuo amico; per quello del mondo di mezzo tuo sodale; per quello delle assunzioni senza concorso, degli appalti senza regola, e dei giornaloni e giornalini della Capitale costretti a scovare ogni giorno panzane contro il Campidoglio da dare in pasto alla gente? O drammatici per trovare scuse che evitassero alla regione un piano per i rifiuti, per pagare gli avvocati contro i supposti misfatti della Raggi, per cercare gente che incendiasse i cassonetti, che desse fuoco ai tmb, che manomettesse gli autobus? Drammatici per voi che non sapete più come spiegare ai romani il numero di strade rifatte, di autobus nuovi in circolazione, le assunzioni regolari, il debito che diminuisce, la corruzione e il malaffare che mordono il freno impotenti?
Molti italiani, in specie nel Movimento, hanno capito che il poco di buono che si è fatto in questi due anni nel paese e nei quattro a Roma e a Torino e in tutte le amministrazioni grilline, sono solo frutto della responsabilità a 5 stelle. A voi e alla destra non interessa niente dell’Italia. Salvini non aveva alcuna responsabilità nel governare, e dopo aver sottoscritto un contratto passò più di un anno a criticarlo e a inveire contro il nemico-alleato. A te, come pure a Renzi, non frega niente del buon governo e delle conquiste conseguite. A voi e a Salvini interessa solo il potere e il risultato elettorale. Interessa solo riprendere la valanga di consensi di Marzo 2018. Ma non eri tu che volevi per forza le alleanze sul territorio? E allora come mai a Roma non ce la fai proprio? Preferisci persino far governare la destra, con la quale almeno si può spartire? E’ così che ti hanno obbligato a fare i tuoi amici prenditori? Peccato, hai perso ancora una volta la possibilità di poter governare e impedire al Movimento i suoi successi più caratteristici, come state facendo ora nel governo della nazione. Bene! Ce ne faremo una ragione. Preparatevi per altri 5 anni a stare all’opposizione, e avvisa tutti gli amici che anche per i prossimi anni non si ruba.