Renzi critica l’Italia all’estero mentre è in ginocchio. Come Salvini. E lo fa quando le organizzazioni internazionali competenti si complimentano con Conte per come sta fronteggiando la pandemia. Perfino l’Europa si è unita al coro degli elogi all’Italia e altri paesi stanno imitando il nostro modello. Ma Renzi la pensa diversamente ed invita gli altri paesi a non fare gli “stessi errori” di un governo di cui peraltro lui fa parte. Davvero sconcertante. Di questo passo Renzi farà la fine di Sgarbi. Altro virologo di fama planetaria che addirittura nega la pandemia e vomita copiosamente insulti su Conte da settimane.
La fine che rischia Renzi è quella del disturbatore mediatico, dell’ospite televisivo ingaggiato per provocare e scatenare cagnare che servono a tenere svegli i telespettatori sul divano. Un lavoro che ben si confà a tutte le vittime di un ego non solo esibizionista ma che sembra godere nell’irritare gli altri e scatenare pandemoni mediatici. Esperti virologhi last minute, veggenti del giorno dopo, tuttologi evergreen. Ma dare tutta la colpa a personaggi come Sgarbi sarebbe ingiusto. Dopo decenni d’indecenti volgarità televisive, personaggi come lui sono ancora onnipresenti. Vengono invitati di continuo, in tutte le trasmissioni a pontificare su ogni argomento. Una scelta mediatica ben precisa. Le trasmissioni puntano deliberatamente sullo scandalo, puntano sugli urlatori, sulle risse e questo per mere ragioni di audience e quindi di proventi pubblicitari. Tutto qui. Soldi. Gli rende puntare sulla solita manciata di personaggi che monopolizzano la scena da decenni e cavalcare gli istinti peggiori della società.
Quello che succede nei programmi televisivi come sui giornali, è uno spaccato del paese. In ogni settore in Italia si creano in cima come delle cappe, delle cricche elitarie sempre più chiuse ed ottuse che per egoismo e convenienza rigettano ogni novità che possa minacciare il loro piccolo e privilegiato mondo. Basta alzare la testa. Negli ultimi anni lo scenario italiano si è capovolto. Politicamente e quindi culturalmente. Eppure il dibattito pubblico è interamente nelle mani delle stesse cricche elitarie del vecchio regime partitocratico. Le stesse facce, gli stessi tromboni. Le stesse parole, le stesse logiche. Da decenni. Tutti arroccati a dannarsi l’anima per boicottare il cambiamento e continuare indisturbati l’abbuffata.
Alla fine la colpa non è di Renzi o di Sgarbi o di chicchessia, ma di chi punta su di loro per scatenare pandemoni mediatici e far felice qualche avido editore o mandante politico. Nei media come in ogni settore. Invece di assecondare l’innovazione e quindi la crescita del paese, le caste ne amplificano fino alla nausea i suoi rigurgiti peggiori. E se l’Italia è ferma e sofferente, è anche per di colpa di questa mentalità elitaria, miope e autolesionista. Di questo egoismo. In questi giorni tragici, l’Italia dimostra per l’ennesima volta di essere molto migliore di quella che ci propinano in televisione e su certi giornali. C’è da sperare che superata questa drammatica pandemia, anche a livello di dibattito pubblico si ricominci da zero. Con media che contribuiscano alla crescita civile del paese invece che assecondarne egoisticamente il suo degrado.
Tommaso Merlo