Se si tornasse al voto Renzi sparirebbe dalla scena politica. Altro che ricattare il governo, altro che elemosinare brandelli di visibilità, ce lo toglieremmo finalmente dai piedi. Basterebbe questo per auspicare le urne. Del resto, tre anni in balia di un personaggio del genere rischiano di essere molto deleteri. Logorerebbero Conte e le forze di maggioranza spianando la strada ad un ventennio nero. Questo governo ha senso solo se fa e fa le cose giuste. Ogni giorno che perde a litigare regala voti a Salvini e alla Meloni. Conte ha parlato di “nuovo accordo” di governo e di cronoprogramma e quant’altro, ma finora non si è visto nulla. In compenso il paese è ostaggio dei soliti strenzi e dietro le quinte prende vigore il tentativo di restaurazione del vecchio regime. Dalla prescrizione ai vitalizi. Ma c’è di più.
Se si tornasse al voto oltre a Renzi sparirebbe anche Calenda e tutti i giardinetti dell’egopolitica italiana che la stampa di regime sta annaffiando a più non posso. Le urne permetterebbero poi di far finalmente estinguere i dinosauri parassitari superstiti del 4 marzo che ancora bazzicano in parlamento. E non solo. Stesso destino attenderebbe anche tutti quegli infami voltagabbana che zitti zitti s’intascano lo stipendio dopo aver vergognosamente tradito i loro elettori. Si farebbe una bella pulizia di gente che non merita nemmeno di entrare nelle istituzioni. Le urne costringerebbero poi alle forze di maggioranza di accelerare il loro rinnovamento interno. Movimento compreso. I portavoce al secondo mandato lascerebbero spazio alle nuove leve e meschini personalismi verrebbero sotterrati da una rinnovata collegialità e progettualità. Le elezioni politiche permetterebbero poi di capire se davvero il Movimento è morto come esultano i suoi nemici oppure risorgerà anche questa volta. Permetterebbero di capire chi e come si cucinerà le sardine e quanto sia giustificata la rinnovata baldanza pidiota.
Ma oggi c’è un governo legittimo e un premier apprezzato che vorrebbe arrivare a fine legislatura. Il Conte 2 è una opportunità storica per dimostrare coi fatti che c’è un’alternativa politica ma anche culturale al sovranismo nero e al becerume salviniano. Cittadini che non vogliono rassegnarsi a seguire come pecore l’ennesimo ciarlatano, che non vogliono rassegnarsi a retrograde ricette nazionaliste, che non vogliono rassegnarsi alla paura ma vogliono progredire ed abbracciare un mondo in continua evoluzione. Cittadini che vogliono crescere e maturare come democrazia, come comunità, come persone. Ma il governo Conte 2 ha senso se fa, se riesce a concretizzare quel mondo. Se invece litiga, se galleggia, se rimane impantanato dai ricatti dei soliti strenzi, meglio le urne. Salvini si può ancora battere.
Tommaso Merlo